Franco Miccoli


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Percorrendo le vicende di famiglia, l'autore ha raccolto testimonianze orali e scritte, documenti dagli archivi nazionali ed esteri e pubblicistica, offrendo una ricostruzione delle vicende vissute dai carabinieri dal 1942 al giugno 1945 a Gorizia. Vengono rivisitate la situazione dell'8 settembre 1943, l'opposizione all'occupazione tedesca fino alle vicende del maggio 1945, quando fu la volta dei 40 giorni della occupazione jugoslava; tra gli altri viene proposto un approfondimento dell'episodio drammatico dell'incendio di Ustje dell'estate 1942. Il lavoro cerca di fare luce su particolari e fatti vissuti dalla città di Gorizia e dal CLN goriziano e sui controversi rapporti fra resistenza italiana e slovena.

Franco Miccoli, goriziano, attivo nel volontariato e nel servizio civile; già consigliere comunale, è segretario dell'Associazione «Concordia et Pax» di Gorizia – Nova Gorica, che da oltre vent'anni propone alla comunità un percorso di pacificazione e ricomposizione della memoria per il superamento delle divisioni ideologiche. Interessato a ricerche su vicende di confine, in particolare quelle dei deportati in Jugoslavia, è impegnato con persone di buona volontà, studiosi, autorità italiane e slovene in un percorso rispettoso e condiviso che porti al recupero delle salme degli scomparsi ed alla loro civile sepoltura.

Terra profondamente segnata dai conflitti, il Goriziano conobbe nel drammatico triennio 1942-1945 l’apice di un periodo di violenze e di drammi individuali e collettivi che coinvolsero indistintamente civili e militari.

Vedono, quei tre anni, il repentino passaggio dal regime fascista all’oppressiva amministrazione nazista e, infine, i quaranta giorni dell’occupazione titoista. Camice nere ma anche truppe regolari italiane, SS e Gestapo, cetnici e collaborazionisti, infine i partigiani jugoslavi, si rendono in quel periodo responsabili di violenze efferate: incendi di villaggi, frutto dell’incapacità italiana di mantenere sotto controllo il territorio; arresti, torture e rappresaglie nel tentativo di reprimere un movimento di resistenza sempre più incisivo da parte dei nazifascisti; infine le foibe e le deportazioni in Jugoslavia. Tutto questo, nel libro appena pubblicato da Franco Miccoli, viene narrato attraverso le numerose testimonianze scritte e orali raccolte dall’autore che si sofferma in particolar modo sulle vicende dei carabinieri attivi nella Tenenza di Aidussina e a Gorizia. Sono, tali narrazioni, il frutto della memoria familiare e della consuetudine con alcuni dei protagonisti di quegli anni difficili, come il tenente dei carabinieri Alpo Tonarelli, capace di far fronte a una situazione complessa e in continua evoluzione, grazie alle sue doti di comando ma anche al suo senso etico e alla sua umanità. Quel gruppo di militi riuscì a distinguersi mantenendo fedeltà al giuramento da loro prestato al re, prendendo le distanze dai fascisti, alle cui pressioni resistettero a più riprese, ma anche mantenendo autonomia dalle autorità naziste e soprattutto prestando il loro attivo aiuto alla Resistenza, concretatosi in diversi atti di coraggio.
Tra gli episodi qui significativamente ripercorsi ci sono l’eccidio e l’incendio del villaggio di Ustje, frutto tra l’altro di gravi disordini provocati da truppe italiane in attesa di essere inoltrate al fronte; il 25 luglio, e poi l’8 settembre del 1943, con le drammatiche conseguenze di questo evento, a partire dall’inquadramento del Goriziano nel territorio della Zona di Operazioni dell’Adriatisches Küstenland; la difficile situazione della resistenza italiana e i complessi rapporti di questa con quella jugoslava che videro protagonisti anche Tonarelli e i suoi uomini, che pure non rinunciarono a proseguire per quanto possibile nella loro opera di tutela della popolazione; poi, dopo le cruente vicende che accompagnarono quel terribile biennio e il passaggio, tutt’altro che indolore, dei cetnici per la città di Gorizia, l’arrivo degli jugoslavi, il dramma della resistenza italiana e anche del gruppo goriziano dei carabinieri, decimato da violenze, infoibamenti e infine dalla deportazione nel campo di Borovnica dove ancora una volta Tonarelli seppe distinguersi per autorevolezza e capacità.
Tutto questo costituisce l’oggetto della collazione di memorie pazientemente assemblate dall’autore che, attivo nell’associazione Concordia et Pax, conferma anche in questo volume il suo intendimento di arrivare a un superamento dei drammi del passato, con il reciproco riconoscimento di torti fatti ed esercitati dalle popolazioni residenti nell’area, nella prospettiva di un futuro che, memore di quelle tragedie, sia capace di restituire a tutte le vittime dignità e rispetto.
 

«Quaderni di Qualestoria 29, Memorie», 

Irsml FVG, Trieste 2013 
pp. 223, 20,00 euro
ISBN: 9788898796090
Distributore: Cierrevecchi s.r.l.



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