Quando si depongono le armi. Spunti di ricerca nell’area al confine orientale 1945-1954
a cura di Anna Maria Vinci
Quando si depongono le armi. Spunti di ricerca nell’area al confine orientale 1945-1954
a cura di Anna Maria Vinci
La pace. L’attendevamo da molto ed è da poco che crediamo di averla. Ma in realtà non c’è ancora[…]. Ed è di ieri ancora quell’ansimare di preda inseguita che dava il tono all’esistenza[…]. Era lei questa magica parola, che aiutava a non crucciarsi dell’ieri, a sopportare l’oggi, ad affrontare il domani. Ed oggi che essa è finalmente e tutti lo dicono, pure nessuno ci crede. Ciascuno si rifiuta di riconoscere in essa la realizzazione del desiderio covato, della speranza vissuta.
Nel 1945, è tratteggiato così il senso d’angoscia che l’intera Venezia Giulia vive nel difficile passaggio tra guerra e pace: sofferenze ed inquietudini che solo in parte assomigliano a quelle vissute nel resto d’Italia. Le parole citate sono quelle di un giovane studioso, Elio Apih, destinato a diventare uno degli storici più importanti dell’area Alto Adriatica.
Cosa ci siamo proposti con questo volume? Se sappiamo molto delle culture politiche, delle relazioni internazionali, dei complessi e tragici eventi (esodo, foibe), delle divisioni laceranti di questa «rediviva Danzica» del dopoguerra, è ancora in larga parte da costruire un approfondimento di studi concernenti la storia sociale di una comunità irrequieta e divisa che è in cerca di una via di ripresa. In attesa dei trattati di pace, tutta l’area al confine orientale esperimenta una dura fase di transizione imposta dagli eserciti occupanti che dettano legge ad un’Italia sconfitta. Il riscatto guidato dalla Resistenza non è sufficiente, com’è noto, a cancellare le colpe d’origine. Come per tutto il resto della nazione, la regione è immersa in un disagio sociale profondo che si manifesta attraverso i danni materiali, morali e familiari che la guerra ha prodotto, in modo forse ancora più devastante rispetto alle pur gravissime condizioni del primo dopoguerra.
Su questo terreno abbiamo deciso di muoverci, allargando lo sguardo, almeno in parte, anche al di là della Venezia Giulia (ormai scomposta di fatto in territori diversi) ed essendo ben consapevoli che le nostre proposte non esauriscono affatto le molte problematiche che il concetto di «disagio sociale» racchiude in sé.
Quaderni 47
ISBN: 9788898796274
Prezzo: 20,00€
INDICE
Introduzione
Sopravvivere
Gloria Nemec - Ragazzi di strada tra guerra e dopoguerra
Chiara Fragiacomo - Assistenza e Cura delle nuove generazioni nel Secondo dopoguerra: il caso Isontino
Anna Maria Vinci - «Gli ultimi»: famiglie e minori ai margini
Ritornare
Francesca Bearzatto - Strategie di reinserimento di ex partigiani ed ex deportati politici del pordenonese e dinamiche comunitarie nelle società locali del secondo dopoguerra
Franco Cecotti - Le associazioni resistenziali nella Venezia Giulia 1945-1965. Partigiani, perseguitati dal fascismo e deportati
Cercare Giustizia
Fabio Verardo - L’istituzione del Tribunale del popolo a Trieste: ruolo e funzionamento
Silva Bon - Spoliazione dei beni ebraici e violenze contro gli ebrei nei processi della giustizia di transizione
Ricostruire
Anna Di Gianantonio - Soluzioni mancate e promesse disattese. Brevi appunti sulla lunga storia del nazionalismo a Gorizia. 1945-1954
GLI AUTORI
Francesca Bearzatto, Spilimbergo 1980, è insegnante di lettere nelle scuole superiori. Dopo la maturità classica si laurea con lode in Storia contemporanea (Università di Trieste). I suoi studi riguardano la deportazione nei campi di concentramento, la Resistenza e la memoria della Resistenza nel secondo dopoguerra, considerati in rapporto alla cultura rurale friulana. Ha pubblicato con Nuovadimensione, Irsml FVG, Aladura, Istlib. L’ultimo lavoro, Per fame o per convinto. Storie di vita e di Resistenza nel mondo contadino, è edito dall’Irsrec FVG (2015).
Silva Bon si occupa di storia politica e sociale dell'età contemporanea, con particolare attenzione per il territorio italiano del Nord Est, e dei paesi limitrofi, Austria, Slovenia, Croazia, collaborando con vari Istituti di storia dell'Alpe Adria. Tra l'altro ha pubblicato molti saggi sul mondo ebraico e sugli anni della Shoah. Recentemente: Teodoro Mayer. Biografia, in «Archeografo Triestino», Trieste 2016; Il primo dopoguerra a Capodistria. 1918-1922, in «Archeografo Triestino», Trieste 2016; Letizia Svevo Fonda Savio. Biografia e carteggi, Società di Minerva, Trieste 2015; Guido Miglia. Vivere l’Istria, Irsrec FVG - Circolo «Istria», Trieste 2018; Loudovikos Skarpas. Il Consolato Greco a Trieste negli anni della Shoah (1938-1940), Irsrec FVG, Trieste 2020.
Franco Cecotti, ricercatore e collaboratore dell’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia, di cui è stato presidente dal 2003 al giugno 2007. Attualmente ricopre la carica di vicepresidente dell’Associazione nazionale ex deportati (Aned) di Trieste. Tra i temi di ricerca principali vanno ricordati: la storia del confine orientale come rappresentazione cartografica, i civili durante la prima guerra mondiale, l’emigrazione dalla Venezia Giulia e le deportazioni.
Anna Di Gianantonio è vice presidente dell'Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell' Età Contemporanea nel FVG. Ha utilizzato per i suoi studi le fonti orali e si è occupata prevalentemente di storia delle donne durante il fascismo e nella Resistenza. Con la LEG ha pubblicato nel 2000 Gorizia operaia. I lavoratori e le lavoratrici isontini tra storia e memoria 1920-1947. Ha coordinato un gruppo di ricerca, cui hanno preso parte Alessandro Morena, Tommaso Montanari e Sara Perini, che ha pubblicato L'immaginario imprigionato. Dinamiche sociali, nuovi scenari politici e costruzione della memoria nel secondo dopoguerra monfalconese, ed. Consorzio culturale del Monfalconese, 2005. Ha pubblicato con Gianni Peteani, Ondina Peteani. La lotta partigiana, la deportazione ad Auschwitz, l'impegno sociale: una vita per la libertà” ed. Mursia, Milano 2011. Con Marco Puppini e Nerina Fontanot, Contro il fascismo oltre ogni frontiera, ed. KappaVu , Udine 2016 . Nel 2020 con Gianni Peteani, 1945 Ich bin schwanger (sono incinta), Irsrec FVG, Trieste. Altri suoi saggi compaiono in volumi pubblicati per Feltrinelli, Rosenberg e Sellier e nella rivista Qualestoria.
Chiara Fragiacomo, docente di Storia e Filosofia al Liceo Classico «Stellini» di Udine, dal 2010 al 2017 su progetto nazionale del Miur ha collaborato con l’Istituto friulano per la Storia del Movimento di Liberazione di Udine. Ricercatrice storica, ha pubblicato saggi sulla Prima guerra mondiale, Resistenza, Storia delle donne e didattica della storia in volumi collettanei e nelle riviste Storia contemporanea in Friuli e Novecento.org (online). Recentemente ha pubblicato il saggio Giovani donne isontine. Vissuti e nuove responsabilità in guerra e nella Resistenza in Il difficile cammino della Resistenza di confine, a c. di A. M. Vinci (Irsml Fvg, 2016).
Gloria Nemec, storica, ha lavorato sul campo dei processi collettivi e di formazione delle memorie nella zona alto-adriatica. È autrice di svariate pubblicazioni: sul lavoro industriale tra fascismo e anni ’70, sulle memorie femminili di frontiera, sulle dinamiche dell’internamento manicomiale, sulle ridefinizioni sociali e comunitarie dall’una e dall’altra parte del confine orientale nel dopoguerra. Tra le monografie: Dopo venuti a Trieste. Storie di esuli giuliano-dalmati attraverso un manicomio di confine, Merano, Alphabeta Verlag, 2015; Nascita di una minoranza. Istria 1947-1965: storia e memoria degli italiani rimasti nell’area istro-quarnerina, Università degli studi Trieste, Centro di ricerche storiche Rovigno, ETNIA vol. XIV, 2012; Un paese perfetto. Storia e memoria di una comunità in esilio : Grisignana d’Istria (1930- 1960), Gorizia, LEG, 1998 [seconda ed. 2015].
Fabio Verardo, dottore di ricerca in Studi storici presso l’Università di Trento, collabora all’attività di ricerca degli Istituti per la storia della Resistenza del Friuli Venezia Giulia ed è docente a contratto presso l’Università di Trieste. Si occupa di Resistenza, collaborazionismo, giustizia di transizione e storia di genere. Tra gli ultimi lavori: I processi per collaborazionismo in Friuli. La Corte d’Assise Straordinaria di Udine 1945-1947 (2018); Cercare giustizia. L’azione giudiziaria in transizione, con Irene Bolzon (2018); L’eccidio delle Carceri di Udine del 9 aprile 1945. Le fonti inedite dell’inchiesta per crimini di guerra della 69th Special Investigation Section (2017); «Offesa all’onore della donna». Le violenze sessuali durante l’occupazione cosacco-caucasica della Carnia 1944-1945 (2016).
Anna Maria Vinci è stata docente di storia contemporanea presso l'Ateneo di Trieste. Le sue ricerche si sono orientate intorno allo studio del fascismo di confine, in un'area tormentata come quella della Venezia Giulia. Tuttora si sta occupando della difficile transizione tra guerra e pace, dopo il secondo conflitto mondiale. E' stata presidente per quattro anni dell'Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, avviando numerosi progetti di ricerca. Tra le sue pubblicazioni principali: Storia dell'Università di Trieste. Mito progetti, realtà, EUT, Trieste 1997; Sentinelle della patria. Il fascismo al confine orientale, Laterza, Roma - Bari 2011; Il difficile cammino della Resistenza di confine, Nuove prospettive di ricerca e Fonti inedite della Resistenza nel Friuli Venezia Giulia,a. c. di A. Vinci, IRSML, Trieste 2016; Ead., Trieste 1943 – 1945. Antigoni moderne e «spigolatrici di morte», in Il difficile cammino, cit. Ha collaborato alla stesura del Vademecum per il giorno del ricordo, Irsrec FVG, Trieste 2019.