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Passato di bronzo, memoria di pietra.

Passeggiate storiche tra monumenti, busti, lapidi e targhe di Trieste.


Parco della Rimembranza e Colle di San Giusto



Itinerario n. 2


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La città di Trieste vanta un’ampia rappresentazione del suo passato attraverso l’architettura civile e industriale, dove e quando sopravvissuta, e un numero cospicuo di lapidi e targhe che ricordano figure notevoli ed avvenimenti; non manca – anche se in forma più ridotta nel numero – la monumentalità celebrativa dedicata ad alcuni personaggi storici quali Carlo VI d’Asburgo, Leopoldo II d’Asburgo, Domenico Rossetti, Guglielmo Oberdan, Giuseppe Verdi, Massimiliano d’Austria, Elisabetta d’Austria, Nazario Sauro, il duca d’Aosta (al castello di Miramare) e a quelli letterari come Svevo, Saba e Joyce; fanno inoltre spicco monumenti come il Faro della vittoria oppure i gruppi bronzei commemorativi i caduti italiani sul colle di San Giusto e lo sbarco dei bersaglieri del 3 novembre 1918.
Ci sono poi gli spazi dedicati alla memoria: il parco della Rimembranza, con i cippi ed i massi dedicati ai caduti italiani nelle guerre del Novecento,e le targhe poste sul citato colle di san Giusto; il Giardino pubblico «De Tommasini» con le erme degli intellettuali, scrittori e alcuni uomini politici; i cimiteri cattolico, ebraico, islamico, ortodosso e militare con le loro tombe. Ulteriori spazi della memoria sono i monumenti nazionali della Risiera di San Sabba e della foiba di Basovizza, il cippo commemorativo i quattro fucilati di Basovizza, nonché i monumenti alla lotta di liberazione, presenti per lo più nella periferia cittadina e nei comuni carsici.
Però solo un occhio attento è in grado di cogliere e distinguere le molte lapidi che punteggiano le facciate degli edifici e che sono state collocate soprattutto nel secolo scorso con il preciso intento di marcare il passato, dopo il 1918 e significativamente in occasione delle cadenzate commemorazioni sviluppatesi dal secondo dopoguerra fino ai tempi più recenti: dalla Resistenza allo sterminio ebraico, dalle stragi e deportazioni civili ai caduti nella lotta politica per il ritorno di Trieste all’Italia. Tale rappresentazione del passato rientra perfettamente nel processo di nazionalizzazione delle masse e di definizione degli spazi urbani in funzione di una costruzione della memoria ufficiale.
Le più giovani generazioni sono esonerate, ormai da tempo, dalle liturgie tipiche della religione civile, quando era quasi un obbligo morale partecipare alle commemorazioni e all’omaggio ai monumenti dedicati ai Caduti. Inoltre, per effetto dello sviluppo urbano della città, gran parte della popolazione vive lontano dal cosiddetto centro storico, dove monumenti e lapidi sono naturalmente collocati, ed i giovani non sono più in grado di cogliere i segni della memoria. Se poi aggiungiamo il fatto che nelle scuole triestine c’è un’importante componente di studenti stranieri, anche di recente immigrazione, la necessità di far conoscere o più semplicemente mostrare quella rappresentazione del passato, si rende ancor più pressante.
Il progetto è stato realizzato grazie ad un protocollo d’intesa, di carattere quadriennale (2012-2016) tra l’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, l’Ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia e l’Area educazione, università e ricerca del Comune di Trieste che l’ha pure sostenuto per permettere la pubblicazione delle guide.

Progettazione e servizio didattico di Roberto Spazzali e Fabio Todero



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