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Oberdan tra noi
Scritto dai ragazzi della classe IV G del Liceo scientifico «G. Oberdan» di Trieste 
coordinamento editoriale di Andrea Magnani

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Progetto realizzato dall'Irsml FVG con il contributo del Comune di Trieste


Gli alunni della IV G del Liceo scientifico «G. Oberdan» di Trieste (a. s. 2011-2012): Alessandro Benedetti, Stefano Francisco Campanacci, Serena Chacon, Sara Crociato, Lorenzo D’Amico, Francesco De Fazio, Francesca De Mattia, Giulia Groppazzi, Massimiliano Hrast, Maria Letizia Losso, Michela Lussa, Francesca Parigi, Alice Pellicanò, Ginevra Petz, Milan Radisa, Marco Rochelli, Luca Samez, Teodora Soso, Thomas Stolfa, Alessia Tafuro, Elisa Udovicic, Martina Vidmar, Nicholas Zampa, Eleonora Zudich, e Luca Donà, Tommaso Giglio (V G, a. s. 2012-2013)

 

Prefazione          

Il 20 dicembre 2012 ricorre il 130° anniversario dell’esecuzione di Guglielmo Oberdan, o Oberdank che dir si voglia; è parso doveroso ricordare l’avvenimento, proponendone la memoria alle giovani generazioni. In un calendario civile sempre più ricco di ricorrenze, peraltro, non può sfuggire che – da poco chiuse le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia – siamo ormai prossimi al centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale: un avvenimento decisivo per la storia di queste terre, il cui esito coronò i progetti del movimento irredentista del quale Oberdan era parte. Di qui, proprio di qui, in seno all’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia è nata l’idea di ripercorrere il periodo storico che, dagli albori dell’irredentismo, movimento per il quale il «caso Oberdan» rappresentò senza dubbio un punto di svolta, conduce alla Grande guerra, evento al centro dell’interesse e di un complesso progetto che l’Istituto intende portare avanti nei prossimi anni insieme agli enti locali e ad altri istituti di ricerca.

Punto di partenza di tale itinerario è stato appunto il «caso Oberdan»; grazie alla sensibilità dell’amministrazione comunale e a un contributo dell’area Cultura del Comune di Trieste, è stato possibile avviare un progetto destinato agli alunni della classe IV G del Liceo scientifico «G. Oberdan» – a quale scuola si sarebbe del resto potuto guardare, altrimenti? – allo scopo di far conoscere a degli studenti di oggi alcuni momenti della storia cittadina, con particolare riguardo alla drammatica storia del giovane irredentista triestino. Ciò è stato reso possibile dalla disponibilità degli insegnanti  di classe, in particolare del prof. Stefano Stibelli.

Il progetto, realizzato dalla sezione didattica dell’Irsml FVG con il coordinamento del prof. Raoul Pupo, si è articolato su diversi momenti: una visita al Civico Museo del Risorgimento dei Civici Musei di Storia e Arte del Comune di Trieste, a cura di Fabio Todero; una visita all’Archivio di Stato di Trieste, con particolare attenzione alle fonti per lo studio dell’irredentismo, realizzata da Roberto Spazzali. Sono seguiti poi degli incontri in classe: il primo, dedicato all’inquadramento storico del periodo in cui nacque e si sviluppò l’irredentismo e si verificò il caso Oberdan, curato da Roberto Spazzali; il secondo, centrato sugli aspetti biografici del giovane studente triestino, proposto da Fabio Todero.

Gli insegnanti di classe hanno intanto voluto far riflettere i loro alunni attraverso l’elaborazione di alcuni temi sul personaggio, forti delle prime esperienze di visita compiute, dai quali sono emersi parecchi spunti di interesse e di dibattito. Sono poi seguiti dei lavori a piccoli gruppi per la realizzazione di un testo informativo sul personaggio; infine, con la collaborazione e sotto la guida esperta e accattivante di Andrea Magnani, dopo un ciclo di incontri laboratoriali, un gruppo di studenti ha realizzato la sceneggiatura di un breve video su Oberdan ospitata in questo volumetto.

La sceneggiatura avrebbe dovuto concretizzarsi nella realizzazione di un video, ma per ragioni indipendenti dalla nostra volontà questa purtroppo non è stata possibile; si è tuttavia ritenuto opportuno, di concerto con l’assessorato alla Cultura, mettere a disposizione di altri giovani il frutto dell’esperienza compiuta. Di qui la pubblicazione del testo e la lettura pubblica dello stesso, destinata ad altri studenti triestini, in quell’ambiente assolutamente particolare che è il Sacrario Oberdan: luogo che – benché decisamente trasformato rispetto alla sua originaria natura –  centotrenta anni fa ha visto dipanarsi quella tragedia. Di ciò che allora era la Caserma grande della città di Trieste, sono infatti rimasti in piedi soltanto la cella e l’anticella dove venne rinchiuso l’irredentista triestino che a pochi passi, in quello che della caserma era il cortile piccolo – sul sito è stata eretta una colonna – ha subito la pena, terribile, del capestro in una livida mattina dell’anno 1882. 

Scopo delle visite e degli interventi in classe è stato fornire agli studenti una serie di strumenti per cercare di capire il personaggio Guglielmo Oberdan, adeguatamente collocato nel periodo storico nel quale egli si trovò a maturare le proprie scelte ed agì. Non si è voluto, soprattutto, forzare la mano, offrire un’immagine preconfezionata del personaggio, frutto di letture apologetiche o riduttive dello stesso, lasciando piuttosto che i ragazzi cogliessero essi stessi spunti di interesse, elementi di riflessione, tratti comuni e non  con un giovane vissuto più di un secolo fa, legato a quei tempi e ai valori che quel periodo storico esprimeva.

Il testo che ne è nato, l’ambientazione della vicenda, i mezzi di comunicazione che vi compaiono rimanda a questi nostri giorni; non si tratta, a mio avviso, di una scelta casuale: è infatti da una parte un modo per far sentire più vicini un giovane e la sua storia; dall’altra, frutto della sensibilità di giovani d’oggi che, attraverso le informazioni ricevute nel corso del progetto, hanno appreso che Guglielmo Oberdan è stato, come loro, un ragazzo pieno di passioni, con le sue amicizie i suoi successi e insuccessi scolastici, le sue difficoltà e le sue gioie. Non un eroe paludato, dunque, ma un giovane che, per quanto determinato a portare a compimento un compito tremendo a prezzo della propria vita, ha potuto conoscere in quei momenti anche attimi di smarrimento e di esitazione. E come non pensarlo! Si aggiunga a questo che la sceneggiatura nasce anche da un rigoroso confronto con i documenti dell’epoca, parte dei quali – i momenti dell’interrogatorio, la lettura della sentenza – ricalcano in buona parte gli originali, benché – per ragioni legate al linguaggio del video e in particolare alla durata di questo e alla su incisività – non manchino le «licenze poetiche». È infatti una storia basata su fatti realmente accaduti, non mera riproposizione filologica degli stessi. I documenti per studiare quei fatti e chi ne fu protagonista non mancano e i ragazzi ne sono stati messi al corrente. Ciò che tuttavia rende questo testo prezioso è proprio la sensibilità con la quale i suoi autori hanno «filtrato» e riletto quegli avvenimenti: «Oberdan tra noi», appunto...

Fabio Todero (Irsml FVG)



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