24/04/2020, ore 10 - La Risiera di San Sabba” di Tristano Matta

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Il primo appuntamento per la celebrazione del 25 aprile è con il video “La Risiera di San Sabba” di Tristano Matta, che potrete trovare sulla pagina facebook, sul sito web e sul canale youtube dell’Irsrec FVG, il 24 aprile 2020 alle 10.

Per guardare la premiere su youtube cliccare qui, la trasmissione inizia alle 10 del 24/04/2020

In questo video Tristano Matta inizia con il presentare i protagonisti dell’apparato di repressione nazista che organizzarono il Polizeihaftlager della Risiera, analizzando in particolare il ruolo svolto da Odilo Lotario Globocnik e il gruppo di SS che egli portò con sé a Trieste: questi uomini avevano infatti maturato la propria esperienza già dal 1939 in Polonia, anche attraverso l’operazione di sterminio di 1,7 milioni di ebrei polacchi e ancora prima nell’ambito dell’operazione T4. La Risiera funzionò a partire dall’ottobre del 1943 fino alla Liberazione nel maggio 1945 (dal marzo del 1944 entrò in funzione anche il forno crematorio): «transito» per gli ebrei catturati nella zona e nelle aree vicine e destinati alla deportazione nei campi di sterminio, campo di transito, ma anche di detenzione, tortura ed eliminazione di massa per esponenti della resistenza, partigiani, ostaggi civili. Dopo la Liberazione, la Risiera fu adibita dal Governo Militare Alleato a campo di raccolta per displaced persons e in seguito a campo profughi per gli italiani in esodo dall’Istria e dalla Jugoslavia dopo il Trattato di pace del 1947, per poi cadere in stato d’abbandono. Solo negli anni Sessanta la Presidenza della Repubblica gli conferì la dignità di monumento nazionale.

In particolare si ringrazia il Civico Museo della Risiera di San Sabba per aver fornito gratuitamente le immagini utilizzate nel video

“La Risiera di San Sabba” inizia con un inquadramento della situazione all’indomani dell’armistizio dell'8 settembre e dell’occupazione nazista, con la creazione della Zona d'operazioni Litorale Adriatico, posta sotto la diretta amministrazione tedesca e sottratta al controllo della Repubblica Sociale, con a capo l’ex Gauleiter della Carinzia Friedrich Rainer. A capo dei servizi di sicurezza, della polizia e delle SS della zona troviamo il Gruppenführer della SS Odilo Lotario Globocnik, originario della stessa Trieste, già responsabile dell’Aktion Reinhardt, che portò con sé a Trieste un nucleo di SS tedesche, componenti di quello che prese il nome di Abteilung R, agli ordini di Christian Wirth, prima, e di Dietrich Allers, poi. Ciò concorre a spiegare il fatto che a Trieste, nell’ambito del sistema repressivo così costituito, e precisamente nell’ambito delle attività dell'Abteilung R, sia stato installato l’unico di forno crematorio operante in Italia.
Il Polizeihaftlager della Risiera funzionò a partire dall’ottobre del 1943 fino alla Liberazione nel maggio 1945 (dal marzo del 1944 entrò in funzione anche il forno crematorio), non solo come campo di detenzione di polizia, ma come campo misto: eminentemente di «transito» per gli ebrei catturati nella zona e nelle aree vicine e destinati alla deportazione nei campi di sterminio, campo di transito, ma anche di detenzione, tortura ed eliminazione di massa per esponenti della resistenza, partigiani, ostaggi civili. Per San Sabba transitò una buona parte dei 1450 deportati ebrei, provenienti dalla regione, dal Veneto e dalla Croazia. Tra loro, 700 circa furono deportati razziali triestini, una ventina soltanto dei quali fece ritorno dai campi di sterminio. Di almeno 28 ebrei è stata accertata l’uccisione all’interno del Lager. Tuttora controverso, invece, è il numero complessivo delle altre vittime (partigiani italiani, sloveni, croati, ostaggi, civili…): le stime proposte partono comunque da un minimo di 2.000, stabilito sulla scorta delle testimonianze delle ex SS stesse utilizzate all’epoca del processo celebrato nel 1976 contro alcuni ex esponenti dell’Abteilung R.
Dopo la Liberazione, la Risiera fu adibita dal Governo Militare Alleato a campo di raccolta per displaced persons e, in seguito, a campo profughi per gli italiani in esodo dall’Istria e dalla Jugoslavia dopo il Trattato di pace del 1947. Negli anni successivi, il complesso della Risiera fu lasciato in stato d’abbandono e degrado e parzialmente distrutto da un incendio. Solo negli anni Sessanta la Presidenza della Repubblica gli conferì la dignità di monumento nazionale.

 

 


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