4/11/2021, ore 17.30, Auditorium Museo Revoltella - Tavola rotonda sul volume di Raoul Pupo "Adriatico amarissimo. Una lunga storia di violenza"
Giovedì 4 novembre 2021, alle 17.30, Auditorium «Marco Sofianopulo» del Civico Museo Revoltella
Via Armando Diaz, 27, 34123 Trieste TS
Adriatico amarissimo
Una lunga storia di violenza
di Raoul Pupo
(Laterza, 2021)
TAVOLA ROTONDA
Introduce
Pierluigi Sabatti Presidente Circolo della Stampa Trieste
Partecipano
Ravel Kodri? Interprete presso le Istituzioni europee
Fabio Todero Irsrec FVG
Anna Maria Vinci Irsrec FVG
Introduce e modera
Patrick Karlsen Dispes Università di Trieste
Sarà presente l'Autore
Adriatico amarissimo. Una lunga storia di violenza, di Raoul Pupo, Laterza 2021
«Chi oggi, venuto da chissà dove, d’estate prende il sole a capo Promontore, al vertice del triangolo istriano, non immagina che neanche settant’anni prima dalla terra alle sue spalle metà della popolazione, quella italiana, ha dovuto prendere la via dell’esilio. Chi naviga fra i mille scogli della Dalmazia non sa che l’isola all’orizzonte, Arbe/Rab, ha ospitato durante la seconda guerra mondiale un campo di concentramento».La ‘stagione delle fiamme’ e la ‘stagione delle stragi’ si succedono al confine orientale nel racconto di un grande storico.
Le terre dell’Adriatico orientale sono state uno dei laboratori della violenza politica del ?900: scontri di piazza, incendi, ribellioni militari come quella di D’Annunzio, squadrismo, conati rivoluzionari, stato di polizia, persecuzione delle minoranze, terrorismo, condanne del tribunale speciale fascista, pogrom antiebraici, lotta partigiana, guerra ai civili, stragi, deportazioni, fabbriche della morte come la Risiera di San Sabba, foibe, sradicamento di intere comunità nazionali. Queste esplosioni di violenza sono state spesso studiate con un’ottica parziale, e quasi sempre all’interno di una storia nazionale ben definita – prevalentemente quella italiana o quella jugoslava (slovena e croata) –, scelta questa che non può che originare incomprensioni e deformazioni interpretative. Infatti, è solo applicando contemporaneamente punti di vista diversi che si può sperare di comprendere le dinamiche di un territorio plurale come quello dell’Adriatico orientale, che nel corso del ?900 oscillò fra diverse appartenenze statuali. Inoltre, le versioni offerte dalle singole storiografie nazionali non fanno che rafforzare le memorie già a suo tempo divise e rimaste tali generazione dopo generazione. Sono maturi i tempi per tentare di ricostruire una panoramica complessiva delle logiche della violenza che hanno avvelenato – non solo al confine orientale – l’intero Novecento.