Trieste, 13 febbraio 2018

L'Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia esprime grande preoccupazione per la diffusione, a mezzo stampa e televisione, di ricostruzioni e interpretazioni arbitrarie e distorsive della verità dei fatti in occasione dell’ultima celebrazione del Giorno del Ricordo.
In un contesto comunicativo segnato ogni anno di più da disinformazione e mistificazione, non ha contribuito alla riflessione la frase, perlomeno infelice, pronunciata lo scorso 10 febbraio dal Presidente della Repubblica: “[…] una tragedia provocata da una pianificata volontà di epurazione etnica e nazionalistica”.
L'Istituto storico della Resistenza nel Friuli Venezia Giulia, da almeno vent'anni, contribuisce con ricerche, saggi, raccolte di testimonianze orali, allo studio della complessità della tragedia delle foibe e dell'esodo nei suoi molteplici aspetti di epurazione ideologica preventiva perseguita dagli apparati politici e militari della Jugoslavia comunista nei confronti di tutti gli oppositori politici italiani, sloveni e croati; di rappresaglia da parte delle popolazioni slovene e croate oppresse e snazionalizzate nel ventennio precedente dal fascismo; di vendette e rancori personali; di costrizione e violenza che hanno portato la stragrande maggioranza degli italiani ad abbandonare l'Istria, Fiume e la Dalmazia.
Senza una drastica correzione di rotta, il Giorno del Ricordo rischia di perdere definitivamente il suo originario significato di riconoscimento storico e morale dei sacrifici patiti dai giuliano-dalmati, di occasione per le genti di frontiera di guardare con maggior serenità e consapevolezza alle tragiche vicende del secolo scorso, e di approfondimento per tutto il Paese di alcuni tragici processi e fenomeni della contemporaneità.
A tal fine l'Irsrec Fvg ritiene che sarebbe utile un’autorevole opera di pressione dell'Istituto Parri nei circuiti politici e mediatici, per correggere interpretazioni semplificatrici e offrire strumenti conoscitivi tali da evitare nel futuro dichiarazioni incongrue soprattutto da parte di personalità democratiche e di sinistra, anche nell'esercizio di funzioni istituzionali.

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