1945 ICH BIN SCHWANGER (sono incinta), Anna Di Gianantonio e Gianni Peteani
Il libro ricostruisce la storia del complesso rapporto tra Nerina Urši?, antifascista triestina, deportata a Ravensbrück nel gennaio del 1945, incinta di qualche mese, e la figlia Sonia, nata dopo il suo ritorno a casa. La donna aveva scoperto la sua gravidanza nel carcere del Coroneo e grande era stata la preoccupazione di dover affrontare da sola, senza il marito e la famiglia, una situazione per lei assolutamente nuova. Il lager era ormai al collasso e il medico che l’aveva visitata ritenne che le condizioni terribili del campo avrebbero reso impossibile portare a termine la gravidanza. Alla liberazione di Ravensbrück, Nerina affrontò il lungo ritorno a casa. La frase Ich bin schwanger (sono incinta) la difese da ogni tentativo di violenza da parte degli uomini che incontrava sul suo cammino, reso difficile dalle sue condizioni. Arrivata a Trieste nel giugno del 1945, partorì Sonia nell’agosto di quell’anno. Nel volume si racconta, attraverso la lunga testimonianza della figlia, il rapporto conflittuale tra le due donne, la difficoltà a parlare, perché la madre non poteva raccontare a Sonia, in tempo di pace, le sue paure e l’ambivalenza dei sentimenti che provava nei riguardi della maternità, portata avanti in quella condizione estrema. Sonia, che vive ora a Città del Messico ed è un’insigne matematica, visse cercando di adattare la sua esistenza al dramma della madre, con cui si era stabilito un patto del silenzio. Il volume affronta il tema del trauma che si trasmette dai sopravvissuti ai loro figli, nella consapevolezza che la guerra non finisce con la cessazione dei combattimenti e i trattati di pace, ma dura subdolamente più a lungo. Segnando la vita dei deportati e delle loro famiglie.
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