Lutto - Ricordo di Fulvio Pappucia

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Una ricerca infinita. Ricordo di Fulvio Pappucia

Le presentazioni di libri non mancavano certo a Trieste prima dell’obbligato confinamento di questi mesi, ce n’era per tutti, ma se la presentazione riguardava un volume di storia sicuramente tra il pubblico presente in sala, fino ad un paio d’anni fa, avreste trovato Fulvio Pappucia, seduto tra le prime file, con un notes tra le mani, pronto a cogliere i passi più significativi.

Dopo gli appunti Fulvio Pappucia acquistava immancabilmente i libri nuovi proposti dalla storiografia, li leggeva e sottolineava le righe che stimolavano la sua curiosità. In questo modo ha accumulato migliaia di volumi sui temi storici, ma anche politici, sociali, geografici, conservati in un apposito appartamento, una biblioteca privata di grande interesse.

Il 3 maggio Fulvio Pappucia è morto in ospedale per una progressiva malattia, a 86 anni. Non lo ritroveremo più tra il pubblico dei convegni e non lo incontreremo nelle librerie.

La passione per la storia è dovuta alla sua formazione universitaria e alla frequentazione dell’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea, nel cui Consiglio Direttivo è stato eletto per diversi anni, in un lungo sodalizio con Teodoro Sala, Giovani Miccoli, Galliano Fogar, Licia Chersovani e altri illustri storici della nostra città. Negli anni ’70 del secolo scorso ha partecipato alle prime ricerche di storia orale, ancora senza registratore, riportando su quaderni i racconti degli operai, continuando poi ad occuparsi di didattica, in particolare degli strumenti utili ai docenti per insegnare le discipline storiche e sociali. La didattica e la formazione critica dei giovani è stata un’altra passione della sua vita, mantenendo contatti con alcuni suoi studenti per oltre quaranta anni. In questo ambito si collocano alcuni suoi lavori editi, in particolare Il confine mobile. Atlante storico dell’Alto Adriatico 1866-1992, frutto di un coordinato lavoro di undici docenti triestini, nel 1995 e poi nel 2011 Un’epoca senza rispetto. Antologia sulla questione adriatica tra ‘800 e ‘900. Le rappresentazioni geografiche e le fonti per lo studio della storia, volevano essere sia strumenti utilizzabili in classe, sia indicazioni agli storici per essere più comunicativi, o divulgativi, e ampliare il pubblico dei lettori. Strumenti che elaborava continuamente da quando aveva iniziato ad insegnare nella scuola media di Borgo San Sergio, in quella dell’Istituto Rittmeyer e infine nei corsi per lavoratori adulti alla scuola Bergamas.

Pochi i titoli pubblicati, infatti per Fulvio Pappuccia la storia era soprattutto ricerca, quindi non c’era una conclusione, c’era la necessità di capire fino in fondo, fino all’ultima riga scritta nell’ultimo volume dato alle stampe. Restano i fogli di appunti, infiniti, i ritagli di giornali, le schede di lettura raccolti senza sosta per una vita, restano le lettere e le mail inviati agli amici. Un puzzle da incastrare, all’infinito.