Venerdì 5 aprile alle ore 17.30 nella sala Xenia, via Mazzini angolo Riva III novembre, Trieste - Presentazione volume "La divisione Pinerolo in Grecia, dopo l’8 settembre 1944" di Charalambos K. Alexandrou
Venerdì 5 aprile alle ore 17.30 nella sala Xenia
via Mazzini angolo Riva III novembre, Trieste
verrà presentato il libro
La divisione Pinerolo in Grecia, dopo l’8 settembre 1944
Charalambos K. Alexandrou
Saluti degli Enti promotori
Introduzione di Franco Cecotti (Anpi-Vzpi Trieste)
Presentazione dell'autore di Stathis Loukàs
Intervento dell'autore Charalambos K. Alexandrou
Occuapazione italiana della Grecia
luci ed ombre
Sarà presentato venerdì 5 aprile alle ore 17.30 nella sala Xenia, via Mazzini angolo Riva III novembre il libro di Charalambos K. Alexandrou, La divisione Pinerolo in Grecia, dopo l’8 settembre 1944, (Impressioni grafiche, Aqui Terme 2022).
La manifestazione è promossa dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi-Vzpi), dall’’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel FVG, dalla Comunità Greca Orientale di Trieste e dal Consolato Generale di Grecia a Trieste.
Il settembre del 1943 viene ricordato dagli italiani per la crisi dell’esercito, del Governo monarchico e dello Stato nel suo insieme. Sono quindi ben note le tragedie che seguirono all’otto settembre con l’invasione nazista, le stragi, le deportazioni e le battaglie sul fronte italiano durante la progressiva avanzata delle truppe alleate verso il nord. È ben nota anche la storia dei militari italiani catturati dai tedeschi e internati in tanti lager (Stalag) in Germania. In particolare è noto il destino di tanti soldati sorpresi dalla capitolazione italiana all’estero, nei territori jugoslavi, soprattutto in Dalmazia.
Ma della situazione in cui vennero a trovarsi i militari italiani in Grecia, ben scarsa è la conoscenza, salvo in ristrette cerchie di storici. Le ricerche hanno indagato con grande attenzione la strage di militari italiani sull’isola di Cefalonia (recentemente anche sull’isola di Kos), tutte vicende in cui i militari italiani sono stati vittime delle truppe naziste. Più scarse sono le ricerche sul periodo di occupazione della Grecia da parte dell’esercito italiano e sulle violenze perpetrate ai danni delle popolazioni elleniche, su cui ha fatto luce un recente volume edito da Mursia sulle fucilazioni di civili greci a Domenikon.
Proprio i responsabili di tali violenze furono alcuni reparti della Divisione Pinerolo, di cui ricostruisce le vicende successive il volume di Charalambos K. Alexandrou, tradotto in italiano nel 2022. Il volume, frutto di una vasta indagine in archivi greci, italiani, tedeschi e inglesi, ricostruisce il disarmo dei reparti italiani da parte dei partigiani greci nei giorni successivi all’8 settembre, il loro concentramento in apposite località e l’intervento dell’esercito tedesco, che procede rapidamente alla cattura e deportazione in Germania di gran parte dei militari del regio esercito.
Ma non tutti, centinaia sono aiutati e nascosti delle formazioni partigiane greche, che accettano nelle loro fila quanti intendono combattere con loro o impegnarsi nella logistica di supporto ai resistenti. Dopo un durissimo inverno 1943-1944, in cui le vittime di freddo e malattie sono moltissime, i militari partecipano in parte alla lotta di liberazione della Grecia (anche con accordi scritti sulle modalità del loro utilizzo), altri cercano in diversi modi di spostarsi dalla Tessaglia verso la costa jonica per raggiungere l’Italia.
Un terzo protagonista è la Missione Militare Britannica, i cui rifornimenti alleviano la scarsezza di viveri e di armamento, ma sono anche strumento di controllo politico delle formazioni partigiane. Alcune storie individuali dei militari sono di grande interesse, specialmente sull’attività dei medici della Divisione Pinerolo, che prestano servizio o organizzano l’assistenza ospedaliera, non solo ai feriti, ma anche ai civili di diversi villaggi in occasione di epidemie; il nome da ricordare è quello del dottor Eduardo Ardito, che aderì all’Elas e morì nel maggio del 1944 di tifo, contratto sul lavoro.
Franco Cecotti