Aprile 2017, Presentazioni alla Libreria Ubik
Nel mese di aprile 2017, alle ore 18, alla Libreria Ubik, Galleria Tergesteo, piazza della Borsa 15, Trieste
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Mercoledì 5 aprile
Pietro Crichiutti, Diario di un regnicolo 1915-1919. Trieste, Wagna, Katzenau, Udine, Firenze, Macerata, a c. di N. Biondi e di F. Cecotti, Irsml FVG, Trieste, 2016, ill..
Il volume verrà presentato dal professor Paolo Malni, curatore della mostra “Altrove”, Memorie del Campo di Wagna e altre storie di profughi durante la Grande Guerra, tenutasi recentemente a Gorizia
Mercoledì 12 aprile
Il difficile cammino della Resistenza di confine. Nuove prospettive di ricerca e fonti inedite per una storia della Resistenza nel Friuli Venezia Giulia, a c. di Anna Maria Vinci, Irsml FVG, Trieste, 2016.
Il volume sarà presentato da uno dei più importanti storici oralisti italiani, professor Giovanni Contini
Giovedì 20 aprile
Gli spostati, Profughi, Flüchtlinge, Uprchlici, a c. di Il laboratorio di storia di Rovereto, Presidenza del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, Trento, 2015, 2 voll.
L’opera sarà presentata dal professor Franco Cecotti, tra i più noti ricercatori dell’Irsml FVG e autore di numerosi importanti volumi.
Venerdì 21 aprile
Irene Bolzon, Gli “Ottimi italiani”. Propaganda e assistenza in Istria (1946-1966), Irsml FVG, Trieste, 2017.
L’opera sarà presentata dalla prof.ssa Gloria Nemec, nota storica oralista, autrice di molti volumi e direttrice della rivista dell’IRSML “Qualestoria”.
I libri di cui parleremo
Pietro Crichiutti, Diario di un regnicolo 1915-1919. Trieste, Wagna, Katzenau, Udine, Firenze, Macerata, a c. di N. Biondi e di F. Cecotti, Irsml FVG, Trieste, 2016, ill.
Il termine regnicolo, ben noto nell’area triestina e goriziana, indica gli emigranti italiani in Austria, in questo caso residenti nel Litorale austriaco, particolarmente numerosi a Trieste, ma presenti anche in altri centri urbani, come Gorizia e in Istria. L’uso di tale termine si rese necessario nell’area alto adriatica per distinguere (tra la popolazione residente) gli italiani sudditi austriaci dagli italiani sudditi del Regno d’Italia, o regnicoli. L’autore del Diario è un regnicolo, emigrato dal Friuli nella Trieste asburgica, di professione infermiere e poi scritturale, cioè impiegato addetto alla copiatura di documenti burocratici. Proprio il suo mestiere favorirà la stesura e la copiatura in bella scrittura delle esperienze subite negli anni di guerra, prima quale internato in due noti campi austriaci (Wagna e Katzenau) e poi quale profugo in diverse città italiane.
In questo volume non è protagonista la guerra combattuta, ma l’esperienza del profugo costretto a vagare in diverse località dell’Austria e dell’Italia, sempre alle prese con le scarse risorse economiche, con la burocrazia, la ricerca di una sistemazione lavorativa e la socializzazione con ambienti e persone sempre diverse.
Il difficile cammino della Resistenza di confine. Nuove prospettive di ricerca e fonti inedite per una storia della Resistenza nel Friuli Venezia Giulia, a c. di Anna Maria Vinci, Irsml FVG, Trieste, 2016.
Il problema per quest’area di confine è quello racchiuso nella formulazione del titolo che abbiamo voluto dare a questo volume: «Resistenza difficile». Difficile perché inevitabilmente i problemi di carattere internazionale nonché il confronto tra due realtà statuali diverse (quella italiana, dopo vent’anni di regime fascista, e quella jugoslava che si andava definendo sotto il controllo di Tito) incidono profondamente sugli eventi in corso.
Il crinale tra comunismo e anticomunismo si profila qui molto presto, mentre le diverse appartenenze nazionali si irrigidiscono e la questione dei confini da definire a guerra conclusa rinfocola accese (e sanguinose) rivalità. Difficile, perché l’intreccio e il dissidio tra diverse rappresentazioni della società futura entrano prepotentemente nei luoghi di una società mistilingue, già segnata da sofferenze e rancori. Difficile perché il livello di violenza raggiunto dall’occupazione nazista è molto elevato nel contesto dell’ Adriatisches Küstenland, mentre le tattiche di condizionamento e di manipolazione della popolazione sono potenti e ben organizzate dai nazisti stessi. E difficile anche perché, dal punto di vista metodologico, un confronto ben attento e calibrato tra la storiografia italiana e quelle dell’ex Jugoslavia si sta costruendo solo negli ultimi tempi, non senza fattori di problematicità. Abbiamo scelto di ascoltare le voci delle donne, di quelle che combattono, di quelle senz’armi, di quelle che restano dopo le stragi e l’uccisione dei familiari. E poi dei molti /e che cercano di sopravvivere e/o di approfittare della realtà di un mondo capovolto.
Gli spostati, Profughi, Flüchtlinge, Uprchlici, a c. di Il laboratorio di storia di Rovereto, Presidenza del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, Trento, 2015, 2 voll.
Il tema della profuganza, durante la Grande guerra, investe tanto i territori del Litorale Austriaco, quanto quelli del Trentino. Grazie all'importante contributo del prof. Paolo Malni, l' opera analizza la difficile questione delle evacuazioni dalle zone di guerra, offrendo una visione precisa sia delle scelte compiute dalle autorità militari e civili competenti, sia delle condizioni di vita degli “spostati”. Le vicende dei profughi vengono trattate comparando le situazioni che essi affrontarono nell’Impero asburgico e in Italia. Il moltiplicarsi dei campi di concentramento per i profughi, le vessazioni subite dagli stessi, il senso di spaesamento che ne accompagna i lunghi anni di forzata reclusione anticipano un percorso destinato a ripetersi, sia pur in forme e modi assai diversi, con la seconda guerra mondiale.
Irene Bolzon, Gli “Ottimi italiani”. Propaganda e assistenza in Istria (1946-1966), Irsml FVG, Trieste, 2017.
Alla fine del secondo conflitto mondiale la Venezia Giulia si trovò al centro di complesse controversie internazionali che ebbero effetti drammatici sulle popolazioni locali. Il volume ricostruisce le strategie approntate dal governo italiano nel tentativo di mantenere aperti canali di comunicazione con i territori giuliani sottoposti a occupazione militare alleata e jugoslava, focalizzando l’attenzione sulla situazione istriana. In particolare si affrontano le modalità con cui le istituzioni centrali, attraverso l’Ufficio per le Zone di confine, si relazionarono con gli enti locali giuliani allo scopo di convincere gli italiani rimasti nella Zona B del Territorio libero di Trieste a sostenere politiche attive di opposizione ai poteri popolari jugoslavi, coinvolgendoli in attività di propaganda e assistenza. Ad emergere nel ruolo di protagonisti soprattutto gli uomini legati al Comitato di liberazione nazionale dell’Istria, le cui vicende restituiscono le difficoltà, gli errori e i sogni che scandirono la «battaglia per l’italianità» della Venezia Giulia combattuta dalla politica italiana a ridosso del confine italo-sloveno nel secondo dopoguerra.