Qualestoria 2/2019 - Transizioni: società e istituzioni tra guerra e dopoguerra
a cura di Gloria Nemec e Anna Maria Vinci

Qualestoria, n. 2, dicembre 2019, anno XLVII
SOMMARIO - CONTENTS
Transizioni: società e istituzioni tra guerra e dopoguerra
Transitions: society and institutions between the II World War and the post-War years
a cura di Gloria Nemec e Anna Maria Vinci
Gloria Nemec, Anna Maria Vinci, Introduzione
Studi e ricerche - Studies and researches
Maria Di Massa La Nazione e l’«anti-Nazione» nella giurisprudenza del dopoguerra (1945-1954): i giudizi sulla Repubblica sociale italiana nelle sentenze ordinarie e militari - The Nation and the «anti-Nation» in post-war jurisprudence (1945-1954): judgments on the Italian Social Republic in ordinary and military sentences.
Riccardo Bardotti, Michelangelo Borri, La restituzione dei beni espropriati ai cittadini di «nazioni nemiche» nella Toscana del secondo dopoguerra - The return of the expropriated property to citizens of «enemy nations» in the post-World War II Tuscany
Matteo Bennati, «I colpevoli di ogni sorta». La Corte d’assise straordinaria di Lucca: collaborazionismo, «prossimità» con il nemico, violenza - «The culprits of each sort». The Extraordinary Court of Assize in Lucca: collaborationism, «nearness» with the enemy, violence
Idalgo Cantelli, I bombardamenti alleati e il nemico interno tra fascismo e Repubblica (1944-1954) - Allied bombings and the internal enemy between fascism and Republic (1944-1954)
Marcello Nuccio, «Mi sentivo comunista e ritenevo di esserlo». I militanti del Pci di Torino nei questionari e nelle autobiografie del fondo Giuseppe Garelli - «Mi sentivo comunista e ritenevo di esserlo». Turin Pci militants within the questionnaries and the autobiohraphies of the Giuseppe Garelli fund
Margherita Colusso, Cristina Cudicio, Camilla Da Dalt, Patrimoni artistici di proprietà ebraica nella Zona di operazioni del Litorale adriatico, 1943-1945: tre casi a Trieste - Jewish cultural heritage in the Operational Zone of the Adriatic Littoral, 1943-1945: three cases in Trieste
Matteo Monaco, Nicola Sbetti, La partita dell’Italianità. Il ruolo del Coni e del governo nella lotta per l’egemonia dello sport triestino (1945-1954) - The battle for Italianness. The role of Coni and government in the struggle for the hegemony of Trieste sport (1945-1954)
Jure Ramšak, «Modernity Anchored in the Past». Making a New Socialist Town on the Yugoslav-Italian Border (1947-1955)
Nicola Tonietto, Organizzazioni nazionaliste e neofasciste al confine orientale nella transizione del dopoguerra (1945-1949) - Nationalist and Neo-fascist organizations in the Eastern border during the postwar transition (1945-1949)
Documenti e problemi - Records and issues
Giovanna D’Amico, La depredazione e restituzione dei beni ebraici nella Germania del secondo dopoguerra. Tra storia e storiografia
Note critiche e recensioni - Reviews
Silva Bon, Dove ci portate? Wohin bringt ihr uns? Kam nas peljete? La deportazione dei pazienti psichiatrici dalla Val Canale e le opzioni italotedesche, 1939-1940, a c. di P. Ferrari, K. Maria Düsberg, Kappa Vu, Udine 2019
Gli autori di questo numero
Riccardo Bardotti è ricercatore presso l’Istituto storico della Resistenza senese e dell’età contemporanea e membro della redazione del periodico Maitardi. Si occupa di storia del territorio senese nel Novecento, di storia della Shoah e di didattica della storia contemporanea. Tra le sue pubblicazioni recenti: Attenti a dove sparate. La liberazione di Siena raccontata dai fotoreporter dell’esercito francese (2018).
Matteo Bennati (1990) è dottorando in Storia alla Scuola Normale Superiore (tutor: Ilaria Pavan). Sì è laureato all’Università di Pisa con una tesi su epurazione e processi per reati di collaborazionismo a Lucca, sotto la guida di Luca Baldissara e Gianluca Fulvetti. Si occupa di fascismo, punizione del fascismo e di giustizia nelle transizioni politiche. La sua ricerca, un’indagine sulle relazioni intercorse tra giustizia e politica nel passaggio dal fascismo alla democrazia in Italia, è stata selezionata per il Workshop Nazionale Dottorandi «Storie in corso» della SISSCO. Tra le pubblicazioni: Dalla guerra alla Repubblica: l’epurazione mancata (1944- 1947), in Lucca 1946. Ricostruzione e formazione di un’identità politica, a cura di P. Finelli e M. Manfredi (2016); «Nella sfera della propria legittima competenza o dietro ordini da me impartiti». La Rsi a Lucca, tra illusioni di governo autonomo e spoliazione delle risorse del territorio, «E-Review», n. 6, 2018.
Michelangelo Borri si è laureato in Scienze storiche e del patrimonio culturale presso l’Università degli studi di Siena e sta attualmente frequentando il corso magistrale in Storia e civiltà all’Università di Pisa. Collabora con l’Istituto storico della Resistenza senese e dell’età contemporanea e con l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea.
Idalgo Cantelli è nato a Bologna nel 1971. Laureato in lettere classiche (1997) e in scienze storiche (2018), è attualmente dottorando in studi storici presso l’Università di Firenze. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati sull’età di transizione tra fascismo e Repubblica, nonché sul terrorismo negli anni della strategia della tensione. La tesi dottorale ha per oggetto la giustizia militare tra 1945 e 1948, attraverso lo spoglio delle carte d’archivio del Tribunale militare territoriale di Bologna.
Margherita Colusso (1992) si è laureata a Udine in Storia dell’arte e conservazione dei beni storico-artistici (a.a. 2017-2018) con la tesi La spoliazione dei beni ebraici nel Litorale adriatico: la requisizione della raccolta d’arte di Filippo Brunner, ricerca presentata al convegno internazionale Dispossessions of Cultural Objects between 1914 and 1989/1991 - Alpe Adria Region in Comparative Perspective (Lubiana, 2018; atti di prossima pubblicazione). Ha collaborato con il Museo nazionale archeologico concordiese di Portogruaro e con il Laboratorio Informatico per la Documentazione Storico-Artistica (LIDA) dell’ateneo udinese.
Cristina Cudicio (1992) si è laureata a Udine in Storia dell’arte e conservazione dei beni storico-artistici (a.a. 2017-2018) con la tesi Il sequestro della Collezione Pincherle di Trieste ai tempi dell’Operationszone Adriatische Küstenland, ricerca presentata in occasione dei convegni internazionali de The Transfer of Jewish-owned Cultural Objects in the Alpe Adria Region (Lucca, 2017; atti pubblicati su «Studi di Memofonte», n. 22, 2019, pp. 122-136), dell’Arbeitskreis Provenienzforschung (Vienna, 2017; in cooperazione con Albertina, Kommission für Provenienzforschung beim Bundeskanzleramt e Technisches Museum Wien) e de Dispossessions of Cultural Objects between 1914 and 1989/1991 - Alpe Adria Region in Comparative Perspective (Lubiana, 2018; atti di prossima pubblicazione). Collabora con i Civici Musei di Udine e Treviso, con la Fondazione Musei Civici di Venezia e ha collaborato con il Museo Revoltella di Trieste.
Camilla Da Dalt (1992) si è laureata a Udine in Storia dell’arte e conservazione dei beni storico-artistici (a.a. 2017-2018) con la tesi La spoliazione dei beni ebraici: Trieste a difesa della collezione d’arte di Mario Morpurgo de Nilma, oggetto di un poster presentato in occasione del convegno internazionale The Transfer of Jewish-owned Cultural Objects in the Alpe Adria Region (Lucca, 2017; atti pubblicati su «Studi di Memofonte», n. 22, 2019, pp. 106-121). Ha collaborato con i Civici Musei di Udine e con il Laboratorio Informatico per la Documentazione Storico-Artistica (LIDA) dell’università. Di recente, ha preso parte al convegno Rodolfo Pallucchini (1908-1989). Storie, archivi, prospettive critiche tenutosi presso l’ateneo udinese illustrando il tema Le mostre di Nicola Grassi (Udine, 1961 e Tolmezzo, 1982): Rodolfo Pallucchini e il Friuli, frutto di una ricerca condotta assieme a Claudio Lorenzini (2019; atti di prossima pubblicazione).
Maria Di Massa, nata nel 1969 a Rivoli (To), avvocata del Foro di Torino, laureata presso l’Università degli studi di Torino in giurisprudenza (1993) e in lettere moderne (2011), con una tesi sulla giustizia postbellica in materia di crimini nazifascisti e il c.d. armadio della vergogna. Dal 2016 è coordinatrice, presso l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea «Giorgio Agosti» di Torino, del progetto La risposta giudiziaria ordinaria e militare ai crimini nazifascisti tra impunità e denegata giustizia. Attualmente impegnata nella ricerca sui processi della CAS di Torino e sui procedimenti del Tribunale militare di Torino.
Matteo Monaco, Dottore di ricerca in storia dell’Europa. Membro del direttivo della Siss si occupa di storia sociale con particolare attenzione nella storia del tempo libero e dello sport nel periodo del secondo dopoguerra.
Marcello Nuccio si è laureato in Scienze storiche presso l’Università degli studi di Torino con una tesi dal titolo Racconti di sé e militanza comunista a Torino. Un approccio possibile, da cui è tratto il contributo che propone. Collabora con l’esperienza dell’Archivio dei movimenti sociali «14 dicembre» rivolta alla conservazione della produzione documentaria dei nuovi movimenti sociali dalla «Pantera» all’«Onda anomala» contro la riforma Gelmini. Attualmente, come volontario del Servizio civile universale, è impegnato in una ricerca sulla fine della «stagione dei movimenti» e la nascita della cooperazione sociale a Torino durante gli anni Ottanta. I suoi interessi di ricerca si concentrano sulla storia dei partiti politici e dei movimenti sociali, con particolare attenzione agli approcci biografici.
Jure Ramšak è ricercatore associato presso il Centro di ricerche scientifiche di Capodistria, Slovenia. Nel 2013 ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia e da allora ha completato due progetti post-dottorato. Attualmente è il ricercatore principale di un progetto sulle connessioni tra il marxismo e il cristianesimo in Slovenia nel periodo 1931-1991. Le principali aree del suo interesse scientifico comprendono la storia politica, economica e intellettuale della Jugoslavia del dopoguerra. Ha realizzato due monografie (2015, 2019), co-curato la redazione di un volume di testimonianze (2014) e pubblicato articoli sulle principali riviste peer reviewed. Recentemente, Ramšak ha organizzato due conferenze internazionali: «International and Transnational Aspects of the Yugoslav Crisis» (2016) e «The Yugoslav Laboratory of Political Innovation: the Origins, Synthesis and International Influences of Self-management Socialism» (2018).
Nicola Sbetti, PhD, insegna Storia dell’educazione fisica e dello sport presso l’Università di Bologna. Membro del direttivo della Società italiana di storia dello sport, il suo principale interesse di ricerca è lo studio del rapporto fra sport e politica.
Nicola Tonietto, nato a Bassano del Grappa nel 1990, ha conseguito la Laurea magistrale in Scienze storiche presso l’Università degli Studi di Padova nel 2014 con una tesi sull’eversione di destra in Italia negli anni Settanta. Ha conseguito il Dottorato in storia presso l’Università degli Studi di Trieste nel 2018. La tesi ha analizzato la nascita del neofascismo in Italia, il suo sviluppo e inquadramento nel Movimento sociale italiano nei primi anni Cinquanta. Tale lavoro è stato premiato nel dicembre 2018 con il premio Spadolini Nuova Antologia. Tra le pubblicazioni ricordiamo Le reti di spionaggio e sabotaggio nazifasciste nell’Italia occupata dagli Alleati (1943- 1945), in «Diacronie. Studi di storia contemporanea» e L’altra resistenza. I movimenti fascisti nell’Italia liberata dagli Alleati (1943-1945), in Resistenza e guerra civile. Fonti, storie e memorie, a c. di F. Bertagna, F. Melotto (2017).
Abstracts
La Nazione e l’«anti-Nazione» nella giurisprudenza del dopoguerra (1945-1954): i giudizi sulla Repubblica sociale italiana nelle sentenze ordinarie e militari.
di Maria Di Massa
Abstract ‒ The Nation and the «anti-Nation» in post-War jurisprudence (1945-1954): judgments on the Italian Social Republic in ordinary and military sentences.
The judgment on the legal and political nature of the Italian Social Republic goes through all the phases of transitional justice in Italy, asking fundamental questions: what is the nation after 8 September 1943? Can different conceptions of nationhood exist and coexist in post-fascist Italy? The Extraordinary Court of Assize of Turin (June- August 1945), defines the nation as necessarily anti-fascist, while the Court of Cassation recognizes a possible «republican fascist patriotism» and therefore two different (and legitimate) ideas of nationhood. In the final phase of transitional justice (1954), the Military Supreme Court becomes the protagonist of the most extreme revision of the concept of nation, through the rehabilitation of the Italian Social Republic and the overcoming of anti-fascist legislation.
Key words: Extraordinary Court of Assize, Military Justice, Transitional Justice, Nation, Italian Social Republic.
Parole chiave: Corte d’assise straordinaria, giustizia militare, giustizia di transizione, nazione, Repubblica sociale italiana.
La restituzione dei beni espropriati ai cittadini di «nazioni nemiche» nella Toscana del secondo dopoguerra
di Riccardo Bardotti e Michelangelo Borri
Abstract – The return of the expropriated property to citizens of «enemy nations» in the post-World War II Tuscany
At the end of Word War II, the post-fascist Italian establishment had to deal with most of the abuses perpetrated by the previous regime. Movable and immovable property belonging to citizen from «enemy nations» were then returned.
The analysis of the Tuscan Case is carried out on the basis of the documents conserved at the Historical Archive of Monte Dei Paschi di Siena. The aim of the analysis itself is both to highlight the complexity and slowness of the return of goods mechanism, and to underline the substantial continuity with the past: as a matter of fact, was the same Ente di gestione e liquidazione immobiliare (Egeli) to confiscate the properties before and during the War, and to return them at the end of the conflict. Very frequently the restoration of full rights on personal belongings, turned into a long and exhausting process for the owners themselves. As a result, the return procedure often became quite harmful, carrying out further abuses instead of healing them.
Key words: Egeli, Restitution, Enemy Nations Citizens, Tuscany, Postwar.
Parole chiave: Egeli, restituzione, cittadini di nazioni nemiche, Toscana, dopoguerra.
«I colpevoli di ogni sorta». La Corte d’assise straordinaria di Lucca: collaborazionismo, «prossimità» con il nemico, violenza
di Matteo Bennati
Abstract – «The culprits of each sort». The Extraordinary Court of Assize in Lucca: collaborationism, «nearness» with the enemy, violence
This essay offers the first description and analysis of the judicial work of the Extraordinary Court of Assize of Lucca (Tuscany), which brought to trial the crimes of collaborationism with Nazi-fascists committed in the area between 1943 and 1945. The data on the activities and on trials celebrated by the court from 1945 to 1947 are given; then, particular attention is paid to a court case with a woman accused of having relations with the fascist political police, which, even though it may look like a less important case and trial, gives the opportunity to show the peculiarities and critical issues of this special judicial practice against fascist crimes and, also, the hidden importance and spreading of «secondary» collaborationism.
Key words: Collaborationism, Fascism, Trials, Justice, Lucca.
Parole chiave: collaborazionismo, fascismo, processi, giustizia, Lucca.
I bombardamenti alleati e il nemico interno tra fascismo e Repubblica (1944-1954)
di Idalgo Cantelli
Abstract ‒ Allied bombings and the internal enemy between fascism and Republic (1944-1954)
Many rumors and legends arose after the bombings on Italian cities during the Second World War. According to one of these rumors, some Italian – namely members of the Resistance – reported to the Allied air forces which civilian targets to hit. After the war, neo-fascist press spread the rumor, and so did some attorney during the trials against collaborationists. Former partisans, while firmly rejecting these accusations, testified that the Resistance provided to Allies information only about military targets, always recommending them to spare civilian facilities. The article focuses on the birth and metamorphosis of the rumor, used from 1944 to 1954 in order to attack anti-fascist political counterparts.
Key words: Allied bombings, Trials Against Fascists, Neo-Fascist Propaganda, Italian Resistance and Allied Secret Services, Rodolfo Graziani.
Parole chiave: Bombardamenti alleati, processi ai fascisti, propaganda neofascista, Resistenza italiana e servizi segreti alleati, Rodolfo Graziani.
«Mi sentivo comunista e ritenevo di esserlo». I militanti del Pci di Torino nei questionari e nelle autobiografie del fondo Giuseppe Garelli
di Marcello Nuccio
Abstract - «Mi sentivo comunista e ritenevo di esserlo». Turin Pci militants within the questionnaries and the autobiographies of the Giuseppe Garelli fund
This article aims to analyze the autobiographical practice within the Italian Communist Party (Pci) after the Second World War. Those who attended the political cadres’ school between 1945 and 1956 were required to write about their lives, and to submit these writings to the scrutiny of the Party. To take into consideration this practice allows to reflect on the pedagogical dimension within the Pci and on the relations between militants and Party itself, during the transition phase from a restricted organization of «professional revolutionaries» to the «partito nuovo» supported by Palmiro Togliatti. Moreover, the diversity of autobiographical approaches to the self-narration refers to the plurality of trajectories to the communist militancy, allowing to criticize excessively mechanicanistic causal paradigms.
The article focuses on the case study of Turin, an industrial metropolis, because of its political and social specificities and its relevance in the history of the Communist Party in Italy.
Key words: Autobiographical Practice, Communist Militants, Political Pedagogy, Working Class, Turin.
Parole chiave: pratica autobiografica, militanti comunisti, pedagogia politica, classe operaia, Torino.
Patrimoni artistici di proprietà ebraica nella Zona di operazioni del Litorale adriatico, 1943-1945: tre casi a Trieste
di M. Colusso, C. Da Dalt, C. Cudicio
Abstract ‒ Jewish cultural heritage in the Operational Zone of the Adriatic Littoral, 1943-1945: three cases in Trieste
The essay concerns the events that involved Jewish-owned artistic heritage in the Operational Zone of the Adriatic Littoral (OZAK, 1943-1945). Established in September 1943 by the Germans after the occupation of Italy, the OZAK included the province of Trieste, where the Nazi racial laws were applied. This implied the seizure of all Jewish assets, including art collections. As evidence of these facts, the cases of the families Brunner, Morpurgo and Pincherle are explained and reconstructed thanks to archival sources, emblematic examples of the different paths that Jewish cultural heritage could have taken.
Key words: Jewish; Collection; Seizure; OZAK, Trieste.
Parole chiave: Ebraico ; Collezione; Sequestro ; OZAK, Trieste.
La partita dell’Italianità. Il ruolo del Coni e del governo nella lotta per l’egemonia dello sport triestino (1945-1954)1
di Matteo Monaco e Nicola Sbetti
Abstract – The battle for Italianness. The role of Coni and government in the struggle for the hegemony of Trieste sport (1945-1954)
Sport was one of the battlefields of the political and ideological conflicts that marked life in Trieste and the «Area A» of TLT, not only in relation to football and cycling but also in less popular disciplines. Starting to the recent works of Archambault, Sbetti and Zanetti Lorenzetti, this paper aims to deepen, in the broader context of the revival of Italian sport post-WWII, the reconstruction and conflicts of Trieste sport. In particular the focus is on Sports institutions (sometimes in a sutonomic and coordinated manner and sometimes in a conflictual way): they have played an active role in defending of Italianness. To complete this paper, the auhors made use of secondary literature and direct sources. In particular the archives of Giulio Andreotti, of «Zone di Confine» Office, of Precidency of Council Minister, IOC and CONI as well as the most important national newspapers.
Key words: Trieste, Sport, Politics, Cold War, CONI.
Parole chiave: Trieste, sport, politica, guerra fredda, CONI.
«Modernity Anchored in the Past». Making a New Socialist Town on the Yugoslav-Italian Border (1947-1955)
di Jure Ramšak
Abstract - «Modernity Anchored in the Past». Making a New Socialist Town on the Yugoslav-Italian Border (1947-1955)
Once the diplomatic battle for Gorizia/Gorica was lost in the aftermath of World War II, the new communist authorities in Belgrade hastily decided in 1946 to build the «Ersatz» administrative, economic and cultural center of the Slovenian-populated region of northern Littoral (severna Primorska). Adopting principles of Western pre-war modernist urbanism (Le Corbusier’s The Athens Charter), Nova Gorica, as the nascent town was called, intended to become an ideal environment for the «new working man», a showpiece of socialism vis-à-vis «crumbling» capitalist landscape on the other side of the newly settled border, conveying also the message of anti-fascism and national liberation struggle. However, after Tito’s split with Moscow when new conflicts erupted along Yugoslavian eastern borders, the erection of the «lighthouse» of socialism on the western border became a task of secondary importance for the authorities in Ljubljana and even less in Belgrade. Using materials from archives in Nova Gorica, Ljubljana, and Belgrade, this article sheds light on the relationship between the authorities at local and republican level concerning this prominent project. It shows how the authoritative decision about radical modernization was imposed by the top communist decision-makers in close collaboration with the architects, who considered themselves the teachers of the new way of life. Eventually, this millenarian mission failed in a couple of years, leaving further development of the new urban center of the border region to the initiative of local political and economic elites, which shaped the town.
Key words: Nova Gorica, Socialist New Towns, Modernist Urbanism, Socialist Yugoslavia, Paris Peace Treaty (1947).
Parole chiave: Nova Gorica, nuove città socialiste, urbanismo modernista, Jugoslavia socialista, Trattato di pace di Parigi (1947).
Organizzazioni nazionaliste e neofasciste al confine orientale nella transizione del dopoguerra (1945-1949)
di Nicola Tonietto
Abstract – Nationalist and Neo-fascist organizations in the Eastern border during the postwar transition (1945-1949)
The goal of this work is to analyze nationalist and Neo-fascist organizations established in the territory of Friuli and Venezia-Giulia in the immediate postwar period. These associations, that mainly gathered together former soldier but also common citizens, aimed to defend and legitimate the Italian rights over Friuli Venezia-Giulia region that was still under the Allied control and whose future was uncertain. Among these groups, was not uncommon the presence of ambiguous organizations set up by former members of the Fascist regime formations. Most of these groups acted on their own initiative, but some of them, like the Osoppo Association, were directly linked to the Italian institutions. Therefore, this research pursues the goal of analyzing the protagonists, the organization and propaganda strategies carried out by the different players that were operating in the Italian Eastern border area during the complicated period that followed the Liberation and ended with the Peace Treaty.
Key words: Nationalism, Neo-fascism, Trieste Question, Postwar transition, Cold War.
Parole chiave: Nazionalismo, neofascismo, Questione triestina, transizione del dopoguerra, Guerra Fredda.