a cura di Diego d’Amelio e Patrick Karlsen


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Qualestoria, anno XLIII, N.ro 2, Dicembre 2015

Collaborazionismi, guerre civili e resistenze

a cura di Diego D'Amelio e Patrick Karlsen

 

Indice e autori

Diego d’Amelio e Patrick Karlsen Collaborazionismi, guerre civili e resistenze: una prospettiva transnazionale - Collaborationism, civil war, Resistance: the Italian case of study 7  
       
Studi e Ricerche  Studies and researches
Luigi Ganapini Collaborazionismi guerre civili Resistenze: il caso italiano 13  
       
Marco Cuzzi La strategia dell’ambiguità: i cetnici di Draža Mihailović - The Chetniks of Draža Mihailović: the strategy of ambiguity 33  
       
Federico Goddi L’occupazione italiana in Montenegro. Forme di guerriglia e dinamiche politiche del collaborazionismo četnico (1941-1943) - Italian occupation in Montenegro. Guerrilla warfare and political dynamics of the Chetnik collaboration (1941-1943) 65  
       
Giovanni Villari Repressione e resistenze in Albania - Repression and Resistance in Albania 81  
       
Vaios Kalogrias Collaborationism and «Red Terror» in Greek Macedonia, 1943-1944 99  
       
Spyros Tsoutsoumpis Violence, resistance and collaboration in a Greek borderland: the case of the Muslim Chams of Epirus 119  
       
Vida Deželak Barič Participation, Role and Position of Slovenian Women in the World War II Resistance Movement 139  
       
Anna Di Gianantonio «Femminile irritante». L’esperienza femminile nella Resistenza tra racconto privato e discorso storiografico - «The annoying feminine». The women’s experience in the Resistance, through personal story and historiographical debate. 163  
       
Antonio Bechelloni Friulani e giuliani attivi nella Resistenza francese (1940-1944). Dal socialismo all’antifascismo, dall’antifascismo alla Resistenza: la coerenza di un percorso collettivo - People from Friuli Venezia Giulia in the French Resistance (1940-1944). From socialism to antifascism, from antifascism to Resistance: the consistency of collective path 177  
       
Percorsi bibliografici
Guri Schwarz Tra resistenze e collaborazionismi. Considerazioni sul dibattito internazionale a settant'anni dalla Seconda guerra mondiale 193  
       
Gli autori di questo numero 205  

 

Antonio Bechelloni insegna storia italiana all’Università di Lille 3. È autore di numerose pubblicazioni riguardanti l’emigrazione italiana e l’esilio politico in Francia, come pure la storia contemporanea francese. Ha pubblicato Carlo e Nello Rosselli e l’antifascismo europeo (Milano 2001). Ha coordinato il Centre d’Études et Documentation sur l’Émigration Italienne (CEDEI) ed è stato redattore della rivista del Centro, «La Trace». Recentemente ha pubblicato Vittorio Foa. Une traversée du siècle (Parigi 2011), ed è stato tra i curatori della collettanea Italie: La vie intellectuelle entre fascisme et République 1940-1948 (Lione 2013).


Marco Cuzzi insegna Storia contemporanea all’Università degli Studi di Milano. Si occupa in particolare di storia del fascismo e del neofascismo sia nell’ambito italiano sia internazionale, della storia del confine orientale d’Italia, della Jugoslavia nel Novecento e delle occupazioni italiane nei Balcani durante la Seconda guerra mondiale. Recentemente si è avvicinato alla storia della massoneria italiana e sta concludendo una monografia sul ruolo dei massoni italiani nel primo conflitto mondiale. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: L’occupazione italiana della Slovenia (1941-1943) (Roma 1998); L’internazionale della Camicie nere. I CAUR (1933-1939) (Milano 2006); Antieuropa: il fascismo universale di Mussolini (Milano 2007); Vivere ai tempi della Repubblica sociale italiana(Roccafranca 2008); Istria, Quarnero, Dalmazia. Storia di una regione contesa dal 1796 alla fine del XX secolo(Gorizia 2009). Tra le ultime pubblicazioni si ricordano: Sui campi di Borgogna. I volontari garibaldini nelle Argonne (1914-1915) (Milano 2015) e Cibo di guerra. Sofferenze e privazioni nell’Italia dei conflitti mondiali (1915-1945) (Milano 2015)


Diego D’Amelio, direttore di «Qualestoria», è cultore della materia in Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Trieste. È stato borsista post-doc presso l’Istituto storico italo-germanico di Trento (Fondazione Bruno Kessler) e presso la Scuola superiore di Studi storici dell’Università di San Marino. Si occupa di Storia delle regioni di frontiera e di Storia dei partiti e dei ceti dirigenti politici. Fra le principali pubblicazioni si segnalano: Imperfect normalization: the political repercussions of the Treaty of Osimo in Italy, in Italy, Yugoslavia, and International Politics in The Age of Détente, a c. di M. Bucarelli et. al. (Brussels 2015); «Peace in the Security» and «Bridge Border». The Italian Centre-Left and Jugoslavia Overcoming the Question of Trieste, in «Prispevki za novejšo zgodovino», vol. 1, 2015; Frontiere in transizione. Il lungo dopoguerra dei confini italiani fra emergenze e distensioni, in La difesa dell’italianità. L’Ufficio per le zone di confine a Bolzano, Trento e Trieste (1945-1954), a c. di D. D’Amelio et. al (Bologna 2015); Democristiani di confine. Ascesa e declino del «partito italiano» a Trieste fra difesa dell’italianità e normalizzazione adriatica (1945-1979), in «Contemporanea», vol. 3, 2014.


Vida Deželak Barič è Research Fellow all’Istituto di Storia contemporanea di Ljubljana. I suoi lavori di ricerca vertono prevalentemente sulla Slovenia durante il secondo conflitto mondiale, in particolare su l’attività del Partito comunista sloveno e il Fronte di liberazione. È autrice di diverse monografie, tra le quali, Komunistična partija Slovenije in
revolucionarno gibanje 1941-1943 – Communist Party of Slovenija and the Revolutionary Movement 1941-1943 – (Lubiana 2007). È tra gli autori del testo, fondamentale per la nuova storiografia slovena,Slovenska novejša zgodovina: od programa Zedinjena Slovenija do mednarodnega priznanja Republike Slovenije 1848–1992 – Slovenian Contemporary History: from the Programme of United Slovenia to the International Recognition of Slovenia 1848-1992 – (Lubiana 2005). Guida il progetto riguardante le vittime del secondo conflitto mondiale in Slovenia.


Anna Di Gianantonio è insegnante e studiosa goriziana. Ha utilizzato per le sue ricerche le fonti orali e si è occupata prevalentemente di storia delle donne durante il fascismo e nella Resistenza e storia degli operai e delle operaie nel territorio isontino. È da molti anni membro del direttivo dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia. Autrice di diversi saggi e monografie, ha scritto recentemente con Gianni Peteani, Ondina Peteani. La lotta partigiana, la deportazione ad Auschwitz, l’impegno sociale: una vita per la libertà (Milano 2011).


Luigi Ganapini, professore ordinario fuori ruolo, insegna Storia contemporanea dell’Italia e Storia contemporanea nelle Università di Trieste e Bologna; ha contribuito a numerose ricerche e conferenze, delle quali ha pubblicato gli interventi, tra questi: I sindacati occidentali in una prospettiva storica comparata, Serantini (Pisa 1995); Dall’Europa divisa all’Unione Europea (Milano 2007). È autore di diversi volumi riguardanti l’Italia nella Seconda guerra mondiale: La repubblica delle camicie nere(Milano 1999) e Voci dalla guerra civile. Italiani 1943 -1945 (Bologna 2012); con Alberto De Bernardi ha pubblicato Storia dell’Italia unita (Milano 2011). È direttore della Fondazione Istituto per la Storia Contemporanea - ISEC.


Federico Goddi (Roma, 1984) è dottore di ricerca in Storia contemporanea (Scuola di dottorato di «Società, culture, territorio» dell’Università degli Studi di Genova) e cultore della materia in Storia dell’Europa orientale presso lo stesso Ateneo. Vincitore del Premio «Nicola Gallerano» XVII edizione (2014) con una tesi di dottorato dal titolo Occupazione italiana e giustizia militare in Montenegro (1941-1943). Ha scritto la voce «Pirzio Biroli Alessandro, generale 1877-1962» per il Dizionario biografico degli italiani. È stato borsista presso l’Ufficio storico dell’Associazione nazionale volontari e reduci garibaldini di Roma. Attualmente è Research fellow presso Filozofski fakultet - Univerzitet Crne Gore (Facoltà di Filosofia, Università del Montenegro).


Vaios Kalogrias è nato nel 1974 a Karlsruhe, Germania. Ha studiato Storia e letteratura moderne all’Università di Karlsruhe e ha conseguito il PhD all’Università di Mainz. È autore di Okkupation, Widerstand und Kollaboration in Makedonien 1941-1944 (Mainz-Ruhpolding 2008). È stato lettore alla Università di Cipro nel 2011. Da settembre 2012 a giugno 2015 è stato tutor di Storia greca moderna alla Open University di Cipro. Attualmente è ricercatore associato all’Università di Mainz. Ha pubblicato saggi sulla storia dell’occupazione dell’Asse e sulla guerra civile in Grecia.


Patrick Karlsen è stato assegnista di ricerca ed è cultore della materia in Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Trieste. È stato per tre anni borsista post-doc all’Istituto italiano per gli studi storici «Benedetto Croce» di Napoli. Nel 2013 è stato Visiting research fellow all’Istituto di storia contemporanea (INZ) di Lubiana, Slovenia. I suoi campi di ricerca principali sono la storia del comunismo internazionale, le origini del totalitarismo, i territori di frontiera dell’Europa centro-orientale nel Novecento. È stato relatore in numerosi convegni di studio internazionali e ha al suo attivo più di venti pubblicazioni scientifiche. Tra le più recenti, si segnalano: Frontiera rossa. Il Pci, il confine orientale e il contesto internazionale 1941-1955 (Gorizia 2010);La «questione adriatica»: una questione europea, «Annali», Istituto Italiano per gli Studi Storici, a. XIX, 2015; The Italian Communist Party’s policy towards the national eastern border from the London Memorandum to the Osimo Treaty (1954-1975), in Italy, Yugoslavia, and International Politics in The Age of Détente, a c. di M. Bucarelli et. al (Brussels 2015).


Guri Schwarz, dottoratosi presso Scuola Normale Superiore, insegna Storia contemporanea presso l’Università di Pisa. È stato borsista della Fondazione Luigi Einaudi e dell’Istituto Storico Germanico; borsista post-dottorato all’Università di Bologna; assegnista di ricerca all’università di Pisa; Visiting fellow all’International Institute for Holocaust Research-Yad Vashem; Primo Levi Visiting Lecturer a NYU; Viterbi Visiting Professor a UCLA. Membro del comitato scientifico della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, co-dirige la rivista «Quest. Issues in Contemporary Jewish History». È autore di quattro monografie, tra cui Ritrovare se stessi. Gli ebrei nell’Italia postfascista(Roma-Bari 2004); Tu mi devi seppellir. Riti funebri e culto nazionale alle origini della Repubblica (Torino 2010); ha inoltre curato diversi volumi collettanei, nonché l’edizione dei diari di Emanuele Artom:Diari di un partigiano ebreo. Gennaio 1940 - Febbraio 1944 (Torino 2008).


Spyros Tsoutsoumpis ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università di Manchester nel 2012, dove ha lavorato diversi anni come teaching instructor. I suoi interessi di ricerca riguardano gli aspetti della storia sociale e militare in Europa durante il Ventesimo secolo; in particolare la creazione, i ruoli e l’attività dei gruppi armati di Resistenza durante il secondo conflitto mondiale e la storia della violenza paramilitare nel sud-est Europa, a partire dal tardo periodo ottomano. Ha di recente completato il suo primo volume monografico, The People’s Armies: A History of the Greek resistance 1942-1945, che riguarda l’attività della Resistenza greca durante l’occupazione.


Giovanni Villari (Ivrea, 1974) è docente di ruolo in Filosofia e Storia presso il liceo «Carlo Botta» di Ivrea. Laureatosi nel 1998 in Storia con una tesi sulla divisione corazzata «Centauro» nella campagna di Grecia, è dal 2004 dottore di ricerca in Storia del pensiero politico e delle istituzioni politiche con una tesi sull’influenza del fascismo sulla politica e sulle istituzioni albanesi. È curatore del primo volume del Libro dei deportati, ricerca patrocinata dall’ANED e coordinata dai proff. Mantelli e Tranfaglia, e autore, con Giovanna D’Amico e Brunello Mantelli, de I ribelli della Benedicta (Bologna 2011). Ha collaborato con il Dipartimento di Storia dell’Università di Torino sui temi della deportazione e sulla storia albanese del primo Novecento, su cui ha scritto diversi saggi e contributi.

 

Abstracts

Abstract – Collaborationism, civil war, Resistance: the Italian case of study
di Luigi Ganapini

This essay originates from the author’s recognition that no satisfactory examination of the nature and origins of collaborationism in the European countries occupied by Nazi has been so far provided. In particular, there is no satisfactory account of the cultural and political responsibilities of each European country in promoting the growth movements that were deeply connected with ideology and culture of the occupying Nazi and Fascist powers and that this cultural and ideological atmosphere promoted collaborationism. The essay focuses on the Republica Sociale Italiana (RSI), created by Mussolini after his dismissal (on July 25th 1943). The author examines its institutions and its traces in the memory of the Italian public opinion. The author sketches a comparison of the Italian collaborationism to the collaborationism in other European countries by focusing in particular on the case of France which has important similarities with Italian experience for its attempt to create a New Order, corporative and racist, deeply inspired by Nazi experience.

Key words: collaborationism, nazi occupation, fascism, racism, corporatism
Parole chiave: collaborazionismo, occupazione tedesca, fascismo, razzismo, corporativismo

 

Abstract – The Chetniks of Draža Mihailović: the strategy of ambiguity
di Marco Cuzzi

The history of the Chetniks of Draža Mihailović is one of the most controversial episodes of the Second World War. Born as a resistance movement after the surrender of the Royal Yugoslav Army to the troops of the Axis, the Chetniks of Mihailović were characterized by a great Serbian nationalism, monarchist positions and strong anti-communism. It was the anti-communism to push the Chetniks to consider Tito’s partisans as the main enemy to be eliminated. After the annihilation of partisans, the Chetniks would have turned their force against the occupier with the help of the Anglo-American Allies. So it was that the Chetnik movement concluded temporary collaborations with the Italian and German occupying armies, to enable them to defeat the followers of Tito. General Draža Mihailović was therefore accused of collaborating, an accusation that he would reject until the process in 1946. Of course, if we can’t talk of a planned and ideological collaboration, for sure we can say that the Chetnik movement made of ambiguity (with the occupiers, the quisling forces, the partisans and the allies) its main strategy.

Key words: Serbia, Chetniks, Draža Mihailović, collaborations, resistances
Parole chiave: Serbia, cetnici, Draža Mihailović, collaborazionismi, resistenze

 

Abstract – Italian occupation in Montenegro. Guerrilla warfare and political dynamics of the Chetnik collaboration (1941-1943)
di Federico Goddi

The aim of this article is to reconstruct the relationship between the actions of collaborationists forces in Montenegro and the Italian system of occupation during the Second World War. The Fascist State worked on practical measures that ensured an Mediterranean order above all else. Chetniks fought guerrilla actions in which entire villages were involved, their commitment were vital for a successful Italian occupation. In Montenegro the Chetniks forces were composed of three military units (1.500 men each). The forces were represented by separatist general Krsto Popović, Chetnik colonel vojvoda Bajo Stanišić and Chetnik captain vojvoda Pavle Djurišić. This alliance is a central theme of the Italian occupation, given that it refers to the strategies adopted by the Royal Italian Army for the control of the territory. The occupier counted on nationalist committees formed in the district capitals and also in some Italian garrisons. Fascism as an occupying power is a topic which underlies the great issue of Italian self-representation of losers/winners of the world war: this research aims to investigate this historiographic node as well.

Key words: occupation, mediterranean order, Chetnik, guerrilla, alliance
Parole chiave: occupazione, ordine mediterraneo, četnico, guerriglia, alleanza

 

Abstract – Repression and Resistance in Albania
di Giovanni Villari

This essay analyses the way in which the Italian occupation of Albania was conducted between 1939 and 1943 and the consequent generation of several Resistance groups which made the Italian control of the State more and more unstable, until the tragic conclusion of the 8th September 1943.
The union between Italy and Albania was only formally equal, but in fact Albania was subordinate to the Italian political and economical interests of Fascism. This element helped to cool any enthusiasm which eventually aroused when the Royal Army landed in Durres.
At the beginning of the Albanian occupation it sufficed to Italy to employ the same means used at home to keep dissent under control (imprisonment, confinement, epuration), but when the Italy-Greece conflict cast a shadow on the Fascist fighting ability and the military fortunes of the Axis turned for the worse, the several Resistance groups which had spread in Albania became stronger, thus forcing the occupant to recur to a massive use of violence. The entire country was ultimately declared zone of military operations. This marked the failure of the Italian attempt to pacifically export Fascism.

Key words: repression, confinement, epuration, reprisal, collaborationism
Parole chiave: repressione, confino, epurazione, rappresaglie, collaborazionismo

 

Abstract – Collaborationism and «Red Terror» in Greek Macedonia, 1943-1944
di Vaios Kalogrias

In the autumn of 1943 the Communist-led Resistance organization ELAS established a monopoly on violence in the German-occupied part of Greek Macedonia. Its most important opponent, the nationalist Resistance organization PAO, was dissolved. Former members of PAO and other «reactionary elements» were persecuted and many of them were executed. But the victory of ELAS against «reaction» was not permanent. From December 1943 – January 1944 on hundreds of villagers took up arms for «protection» against ELAS. They created anti-Partisan units and collaborated with the German military authorities and SD. ELAS and the Secret Police of the Communist Party called OPLA practiced «Red Terror» against «traitors» and other «enemies of the people». This paper will examine the relation between armed collaborationism and the birth of «Red Terror» especially in the last phase of Occupation. The focus will be on the motives and the structure of the collaborationist militia called EES (National Greek Army). On the other hand it will also ask if «Red Terror» was organized centrally as an answer to the anti-Communist action.

Key words: Macedonia, Red Terror, collaborationism, EAM, civil war
Parole chiave: Macedonia, terrore rosso, collaborazionismo, EAM, guerra civile

 

Abstract – Violence, resistance and collaboration in a Greek borderland: the case of the Muslim Chams of Epirus
di Spyros Tsoutsoumpis

The ethnic infighting that took place in Thesprotia between the Greek and Albanian communities during the Axis occupation has been described as a forgotten conflict. Indeed, until recently, the only existing studies were those of local «organic» intellectuals who argued that the Albanian Muslim minority collaborated collectively first with the Italian and then with the German occupiers in the hope that an Axis victory would lead to the eventual creation of a Greater Albanian state. The article will challenge these views and argue that the conflict was shaped by local issues and antagonisms that predated the war and were often unrelated to nationalist agendas. Politics were used by local actors of all nationalities as a means of expressing local differences; however, the root of the conflict must be sought in communal relations. Both the victims and the perpetrators knew each other, shared common cultural codes and often had longstanding grievances. But this was not a parochial conflict waged between pre-modern peasants. Violence became possible solely as a result of the war and the presence of supra-local actors – the Resistance organisations, the Axis militaries and the British Military Mission – who gave peasants the opportunity and means by which to settle their differences. The presence of these groups served to nationalise the ongoing local struggles and led ultimately to an escalation of violence, resulting in the bloody stand-off that took place in the summer of 1944.

Key words: Epirus, Thesprotia, Chams, Second World War, violence
Parole chiave: Epiro, Tesprozia, Chams, Seconda guerra mondiale, violenza

 

Abstract – Participation, Role and Position of Slovenian Women in the World War II Resistance Movement
di Vida Deželak Barič

The following discussion focuses on the mass participation of women in the resistance movement during the occupation of Slovenia (1941-1945) and compares it with the women’s position in the anti‑communist and collaborationist political camp in the context of the civil war, which took place in certain areas of Slovenian territory during the occupation. It analyses the aspects of the liberation struggle activities which women took part in. These activities included the activist fieldwork in the context of various organisations (Liberation Front of the Slovenian Nation, Slovenian Anti‑fascist Women’s Association – a special women’s organisation), inclusion of women in the Partisan armed formations, intelligence operations, as well as cultural and educational activities. The discussion underlines the monopoly of the Communist Party, the transmissive role of the resistance organisation in the eyes of the communists, problems with the implementation of the equal position of women in the men’s world, as well as fatalities among women.

Key words: Slovenia, resistance, women, partisan women, emancipation
Parole chiave: Slovenia, resistenza, donne, donne partigiane, emancipazione

 

Abstract – «The annoying feminine». The women’s experience in the Resistance, through personal story and historiographical debate
di Anna Di Gianantonio

The essay examines distortions in the memories of certain individuals who witnessed the Resistance and deportations to the concentration camps, according to the historical context within which the witness record was retold. Alongside variations in the «means of production» of the accounts, there are things which can and cannot be said, and therefore the accounts don’t simply recount past events, but also tell us about the historical and cultural circumstances of the time. It is possible to observe various stages in the evolution of female memory from the time when violence against women was perceived as a result of their own «loose behavior», up to the time when violence against women is roundly condemned both by international courts and by public opinion. The essay goes on to analyze the attitudes of the women of Eastern Friuli towards the use of violence and of firearms and towards their sense of ethnic and national identity, bringing into discussion certain historical stereotypes which would have women seen exclusively as a «homely figure». The story of the partisan Maria Antonietta Moro is emblematic of our need for more refined methods of analysis.

Key words: Resistance, production of the account, violence, women, care
Parole chiave: Resistenza, produzione del discorso, violenza, donne, cura

 

People from Friuli Venezia Giulia in the French Resistance (1940-1944). From socialism to antifascism, from antifascism to Resistance: the consistency of collective path
di Antonio Bechelloni

The starting point of this article is a lecture (Émigration frioulane et Résistance) given by the author in Paris – March 2014 – on behalf of two associations of French people of Italian origin whose ancestors had come to France between the Great Wars from that part of Italy which at present runs alongside Slovenia and Croatia and is included in the Friuli Venezia Giulia Region. The text, duly elaborated and accompanied by foot-notes, focuses on the case of sixty-four individuals who shared that regional origin and all of whom got involved in the French Resistance. Within the limits of the existing literature, and the available evidence, the article brings to light their different destinies taking into account several factors: age, place of origin, residence in France, job, political or military experience (in the Spanish Civil War, for instance), family and village networks as well as their political allegiance, most of which was communist even if the ties with either the French or the Italian Communist Party greatly varied

Key words: emigration, France, Friuli Venezia Giulia, biography, resistance
Parole chiave: emigrazione, Francia, Friuli Venezia Giulia, biografie, resistenza



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