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Mercoledì 17 APRILE 2019, alle 16.30, presso l'Aula Magna della Scuola per Interpreti e Traduttori, Narodni dom

via Filzi 14, Trieste

 si terrà una nuova lezione del ciclo Storia in città 2019 Europa: integrazione o disintegrazione?

L’Europa vista da destra
Giuseppe Parlato, Fondazione Ugo Spirito

Abstract dell'intervento

L'EUROPA VISTA DA DESTRA
- Giuseppe Parlato -

La relazione affronterà la posizione del Movimento Sociale Italiano e di Alleanza Nazionale rispetto all’Europa tra la fine del secondo conflitto mondiale e la fine dell’esperienza di Alleanza Nazionale e la conseguente “diaspora” del mondo politico che al fascismo in qualche modo si richiamava (2011).
Il problema dell’Europa verrà affrontato sia come “mito” fondante una linea politica, sia in relazione al processo di integrazione europea.
Il Msi, sin dalla nascita (1946), ha sempre considerato l’Europa un fattore centrale e inalienabile, un mito che affondava le sue radici nel fascismo maturo e soprattutto nella Repubblica Sociale Italiana.
Si trattava del mito della “Europa nazione”, accresciuto di valenze politiche da due personaggi che sono stati i principali esponenti dell’europeismo missino, Pino Romualdi e Filippo Anfuso. L’Europa nazione rappresentava una sorta di “terza via” geopolitica fra Usa e Urss, tra capitalismo e comunismo.
Tuttavia, tale concetto non intaccava il filo atlantismo del Msi, raggiunto dopo dure battaglie interne all’inizio degli anni ’50. Anzi, una Europa nazione era il baluardo più sicuro contro il comunismo dell’Est.
Se questa linea caratterizzò il mondo missino sostanzialmente in tutto il corso della sua esistenza, nella destra radicale ci fu invece una forte accentuazione della linea terzaforzista e di conseguenza una frattura forte tra la destra neofascista e l’imperialismo americano.
L’atteggiamento del Msi in merito al processo di integrazione europea ebbe inizi incerti, nonostante le affermazioni europeiste: in occasione del voto sulla CED, l’opposizione del partito della Fiamma fu dovuta non soltanto alla sensibile riduzione degli spazi di sovranità nazionale ma soprattutto alla questione di Trieste, non ancora risolta nel 1953. Nel 1957, invece, a fronte di un processo di avvicinamento del Msi all’area di governo, ci fu l’adesione del partito di Michelini ai trattati di Roma. Sia gli anni Sessanta, sia gli anni Settanta videro il Msi in posizione molto favorevole al processo di integrazione europea e ciò dipese, da un lato, dalla persuasione che tale processo potesse rappresentare il rafforzamento del baluardo contro il Patto di Varsavia; dall’altro, dalla possibilità per il Msi di trovare alleati in Europa e di potere diventare un punto di riferimento della destra europea. Lo si vide nel voto favorevole all’adesione italiana allo Sme (1978), in un momento in cui il Partito comunista, invece, trovava forti difficoltà a una piena adesione dell’Europa Occidentale.
Infatti, alla vigilia delle prime elezioni del parlamento europeo, la destra si strutturò con l’Eurodestra (evidente e polemico riferimento all’eurocomunismo) e nacque la prima coalizione di forze europee alleate della destra italiana: il Msi nel 1979 si “imparentò” con i francesi di Forces Nouvelles, con gli spagnoli di Fuerza Nueva; quindi, nel 1984, con il Front National, con i nazionalisti greci e con i nazionalisti irlandesi. Nel 1989, con i tedeschi di Die Republikaner e ancora con gli irlandesi del Vlaams Blok.
La caduta del muro di Berlino, tuttavia, contribuì a modificare sostanzialmente la posizione del Msi: come già aveva anticipato Pino Romualdi nella sua rivista “L’Italiano”, la crisi dei valori tradizionali che seguì al ’68, i primi segni della globalizzazione e soprattutto la fine del comunismo indussero la destra a ripiegare sui valori nazionali, mostrando diffidenza sia verso la soluzione federalista, sia verso la stessa Unione Europea così come si stava delineando. Il voto contrario del Msi al Trattato di Maastricht (1995) segnava una nuova linea che sarà proseguita, con una particolare attenzione ai problemi sociali a livello europeo, dall’erede del Msi, e cioè da Alleanza Nazionale.

Per il programma completo di Storia in Città 2019 clicca qui.

Gli incontri sono aperti a tutti.


Gli audio delle lezioni ed eventuali materiali forniti dai relatori sono disponibili per l'ascolto e il download gratuito cliccando qui.

organizzato da
Università di Trieste Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali
Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia

in collaborazione con
Dialoghi europei
Insieme per l’Europa
Sistema bibliotecario giuliano SBG

con il contributo di
Fondazione CRT Trieste



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